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L'AVVENTURA PROSEGUE SU GRANDE SCHERMO...



Dopo quattro anni di successi teatrali in compagnia delle attrici del Takarazuka, nel 1978 venne realizzata una versione cinematografica di Versailles no Bara. Questo film venne diretto da Jacques Demi, il regista francese scomparso nel 1990, autore fra l'altro di "Pelle d'Asino", "Una Camera in Città" e "Les Parapluis de Cherbourg", e fu girato on location (la Reggia di Versailles, il Parco della Reggia, ecc...). Ma questa volta (a differenza della versione Takarazuka), gli attori non avevano gli occhi a mandorla.
Nel ruolo di Oscar recita Catriona Maccoll (in seguito più famosa per le sue interpretazioni di film horror, come "Paura nella città dei morti viventi" e "Quella villa accanto al cimitero"), mentre la parte di André è interpretata da Barry Stokes (che forse qualche appassionato di fantascienza ricorderà nell'episodio "Il ritorno del Voyager" della serie "Spazio 1999").Girato in lingua inglese, e mantenendo il titolo di "Berusaiyu no Bara" per il mercato giapponese, fu però presentato all'estero con il titolo "Lady Oscar", coniato per l'occasione.








Qui sopra la scena del duello tra Oscar e suo padre, il generale Jarjaeys (interpretato da Mark Kingston).


L'opera di Demy si differenzia profondamente dall'originale, così come aveva già fatto la versione teatrale, ma con l'aggiunta di pericolose contaminazioni nella sceneggiatura di influenze occidentali.
Oscar è tratteggiata come una persona insicura, costretta in un ruolo che non le si addice, e che non sembra aver mai accettato fino in fondo per quanto ella si sforzi di apparire convinta e convincente.
Dal canto suo, André è molto più passionale che nel fumetto (ricorda, a tratti, quello della versione teatrale), meno poetico, e forse più realistico nell'ottica occidentale.
Per quanto riguarda le figure di Maria Antonietta e Fersen, queste risultano danneggiate dagli stereotipi di una certa mentalità storica (e probabilmente dal fatto che il regista era un francese!).





Maria Antonietta appare spocchiosa, autoritaria, frivola, capricciosa, e in alcuni casi volgare. Non è rimasto nulla dell'immagine vivace e fragile delicatamente illustrata dalla Ikeda.
Fersen, poi, non è più il nobile innamorato descritto con accento romantico nel manga. Nel film è un giovane gentiluomo del XVIII secolo che, come tutti i suoi contemporanei, ama la bella vita e le belle donne.
Questa pellicola, comunque, sull'onda del successo ottenuto dalla serie televisiva a cartoni animati, venne trasmesso anche in Italia, il giorno di Natale del 1982, in prima serata da Italia Uno. Fu una serata memorabile, preparata con cura e pubblicizzata ampiamente (decisamente, erano altri tempi...), ma il film fu accolto dai fan italiani in modo discorde (sempre meglio di come fu accolto in Giappone! NdA), soprattutto perché, contenendo degli elementi esplicitamente adulti in modo molto più marcato della serie TV, poteva generare pericolosi equivoci in chi non avesse seguito la serie animata.