Introduzione

Sui vampiri esistono centinaia di supposizioni, teorie e speculazioni. Nessuno forse potrà mai dire con certezza quando è; nato il mito del vampiro, quali siano le loro reali caratteristiche o quali siano precisamente le loro innumerevoli razze. Forse nessuno potrà mai dire se siano esistiti o se ne esistano ancora (l’accezione con cui la lingua usa il termine ‘vampiro’ è infatti molto vasta).
Per questo quello che mi propongo di fare qui non è quindi passare in rassegna tutte le innumerevoli e diverse teorie esistenti (per quelle, se uno ha voglia, è solo necessario navigare un po’ in internet). Mi pare sufficiente dare soltanto due o tre indicazioni di sorta per avvicinare il lettore a questa tipologia di argomenti.

Se siete qui, è perché vi interessa, no? Allora cominciamo.

Una volta qualcuno disse che la leggenda dei vampiri era strettamente connessa alla malattia genetica dell’albinismo. Fino a quel momento non avevo mai sentito parlare di una relazione di questo tipo e forse per questo mi sono interessata.
Da sempre l’uomo ha provato a spiegare, anche con la fantasia, quello che non era in grado di chiarire con l’intelletto. L’albinismo, che la scienza ha provato essere un fenomeno di natura genetica, ha una spiegazione relativamente moderna. Per cui mettendomi nei panni di chi, in tempi più antichi e superstiziosi, si è trovato davanti ad un uomo albino così diverso da lui nell’aspetto e nelle abitudini, non ho trovato così assurda l’ipotesi che abbia potuto spiegare questo fatto ponendo un accento particolare sul mito del vampiro.
Probabilmente, comunque, non è stato l’albinismo a dare origine al vampirismo (di vampiri si parlava anche in epoca preistorica), ma questo fenomeno forse ha contribuito a tenere viva la leggenda o ha aggiunto alcune di quelle che diventeranno le caratteristiche proprie dei vampiri.
Pensiamoci bene: gli albini hanno gli occhi rossi come sangue, la pelle chiara e odiano la luce del sole perché può causare loro dermatiti. Certo nel loro comportamento molto spesso non c’è cattiveria, ma c’è mistero e il mistero, credetemi, per me può portare alle più orribili supposizioni.

Connessione con l’albinismo a parte, come ho già detto, di esseri non morti si parla già fin dall’epoca preistorica, dove resti di corpi con pietre piantate nel petto non solo ci riporta al mito del paletto conficcato nel petto del vampiro per ucciderlo, ma trova anche una spiegazione analoga. Le pietre nel petto, infatti, venivano piantate per evitare che il morto ritornasse dall’aldilà.

Nella tradizione ebrea antica si parla di Lilith, la creatura che forse si avvicina di più al mito moderno del vampiro; un essere femmineo, una potenza demoniaca che strega l’uomo succhiandogli sangue.

Anche al tempo dei greci si parla in qualche modo di questi fenomeni. Nell’antica Grecia esisteva infatti il mito di Lamia che, secondo la leggenda originale, era la bellissima regina della Libia che catturò il cuore di Zeus provocando la rabbia di Era. La Dea poi si vendicò uccidendo i figli che suo marito ebbe da Lamia e quest'ultima, lacerata dal dolore, iniziò a sfogarsi divorando i bambini delle altre madri e succhiando il loro sangue. Queste azioni corruppero la sua bellezza originaria, trasformandola in un essere di orribile aspetto che, però, aveva la possibilit&à di mutare e apparire attraente per sedurre gli uomini con lo scopo di berne il sangue.

In seguito il mito fu poi esteso ben oltre quella singola figura, tanto che con il termine Lamia oggi si identifica una delle innumerevoli specie di vampiri; il sinistro fantasma che quando si svegliava durante la notte era assetato di sangue dei bambini, che cacciava e prosciugava fino all'ultima goccia.
Questo serviva a spiegare misteriose malattie che avvenivano durante la canicola.


I latini invece ci mostrano la figura della ‘strix’, essere dalla forma d'uccello rapace ed assetato di sangue, che beveva con un lungo ed affilato becco. La Strix viene così descritta da Ovidio:

Si dice che strazino i fanciulli ancora lattanti
e pieno di sangue tracannato abbiano il gozzo
Hanno nome di strigi: causa del nome
è che sogliono di notte orribilmente stridere.


Quindi questi esseri non sono affini ai vampiri solo perchè si nutrono di sangue, ma anche perchè hanno un verso particolare che, a ben guardare, potrebbe essere molto simile al grido di un animale notturno, magari come quello di un pipistrello.
Da questo termine, come probabilmente molti avranno immaginato per evidente assonanza, è poi derivato in lingua italiana il termine ‘strega’.

In tempi più moderni, e con la comparsa dei primi romanzi (primo tra tutti il mitico "Dracula" di Bram Stoker), il vampirismo ha assunto via via connotazioni sempre più ‘fantastiche’, e il vampiro è col tempo cambiato, adattandosi allo stile dell’autore che ha preso a trattarlo.

Ecco perchè, accanto a vampiri crudeli ed ostili come quelli di Laurell K.Hamilton, è facile ritrovare anche vampiri dall’anima tormentata, che a volte giungono persino a desiderare di diventare umani, come un caso particolare di Anne Rice.


Forse per questa ambiguità di percezione, e per la forte attrattività della figura del vampiro, la società è infine diventata così affascinata da questa figura da dare vita a veri e propri fenomeni di imitazione, con conseguenze alquanto macabre. Nel particolare devo ammettere che la follia degli articoli di giornale trovati al link che ho inserito poco più sotto in questa pagina mi hanno fatto riflettere sulla evidente pazzia di alcuni esseri umani.


In un manoscritto russo del 1047 compare forse per la prima volta il termine ‘Upir’, da cui poi derivò l’italiano ‘Vampiro’.
L'’Upyr’, descritto fin da subito come un essere malvagio, ha un aspetto particolarmente disgustoso, con lunghe zanne. Uscito dalla tomba, inizia ad attaccare le famiglie che vivono in fattorie isolate, una alla volta. La prima notte si nutre dei bambini, e quindi del resto della famiglia in ordine d’età fino ad arrivare ai componenti più anziani e allo sterminio della famiglia o degli abitanti dei dintorni. Temuto soprattutto in inverno, quando l'isolamento delle comunità della steppa era ancor più accentuato, se possibile, era attivo soprattutto nelle ore che andavano da mezzogiorno a mezzanotte, sopportando benissimo la luce del sole, proprio come la maggior parte dei vampiri della tradizione popolare (tra cui l'upier polacco, molto simile all'upyr russo per caratteristiche).
Ucciderlo non è cosa semplice. Il cacciatore deve affrontarlo dopo la mezzanotte, quando si trova nel luogo del suo riposo, cospargere di acqua benedetta la tomba ed i suoi dintorni e poi piantargli un paletto nel cuore e decapitarlo, facendo attenzione a spaccargli il cuore in due con un solo colpo, perchè un secondo gli consentirebbe di tornare in vita e attaccare, senza possibilità di salvezza per lo sventurato cacciatore.
L'upyr bielorusso, anche noto come upor possiede anche il potere di mutare forma, tipico dei licantropi della tradizione greco-romana.
Infine c'è anche il leggendario e romantico vurdalak, protagonista di molte fiabe nere, che spesso viene rappresentato nelle sembianze di una giovane affascinante, ma letale. Sarà forse la figura che darà origine all'ondata di vampiri belli, eterni e dannati, come compariranno poi in molte altre letterature moderne.


Per altre curiosità consiglio un ottimo sito:

Link Vampiri


Ha una navigazione un po’ caotica, ma consente, a chi ne ha voglia, di approfondire notevolmente la propria cultura in fatto di vampiri.

Tra le tante cose ritengo particolarmente interessanti ed inquietanti gli articoli di giornale proposti, inerenti alla connotazione più macabra, violenta e purtroppo attuale che sta assumendo il fenomeno del vampirismo.



Buona Lettura.